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Berbenno di Valtellina

Altitudine: 370 m
Abitanti: 4135
Municipio: via Roma 3 23010 Berbenno di Valtellina
Tel : 0342 492108, Fax : 0342 590359


DA VEDERE
Chiesa di Santa Maria Assunta. Verso il 1000-1100 fu costruita, nel luogo dove ora sorge la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta, una chiesa intitolata a Santa Maria, e ciò per maggior comodità degli abitanti che vi avevano colà trasferito anche la residenza dell'arciprete e dei canonici, probabilmente per l'insicurezza del fondovalle, esposto alle scorrerie dei milanesi, che si spingevano fin quassù distruggendo e uccidendo.La nuova chiesa sorgeva invece in un luogo protetto dal vicino Castello di Roccascissa e che permetteva ai sacerdoti di avere continuamente a portata d'occhio la Chiesa di San Pietro. La canonica di questo edificio si fonde armonicamente con la grande chiesa parrocchiale, alla quale è collegata da un piccolo tratto di porticato già esistente nel 1500. Vi si accede da nord, lungo il viale alberato, attraverso un portale in granito della prima metà del 1700 con sovrastante affresco, probabilmente di Francesco Piatti di Teglio, raffigurante la Sacra Famiglia. Notevole l'atrio, per il quale si accede al piano di abitazione del parroco: lungo le pareti sono dipinti gli stemmi delle famiglie nobili (blasoni).La canonica è di proprietà della comunità, non dell'arciprete, che l'abita per svolgere il ministero parrocchiale. Canonica in Frazione Crotti (proprietà famiglia Meraviglia). Oltre alla canonica sopra descritta ve n'era un'altra, in posizione dominante, nella contrada Crotti; qui l'arciprete o il canonico venivano a trascorrere l'estate, perché, data la vicinanza del torrente Finale, il luogo era piu' fresco. L'edificio fu probabilmente costruito nel 1600 e riattato nel 1700. Chiesa di San Pietro. Nei secoli precedenti il 1000, nell'antica Chiesa di San Pietro, situata sul fondovalle, all'incrocio delle strade che conducevano ai vari paesi, confluivano gli abitanti dei villaggi, sia della sponda destra che della sinistra dell'Adda. Casa Negri (proprietà famiglia Negri). Affacciata sul piazzale del comune, ha sul retro una singella (vigna, frutteto, prato e giardino) che era anticamente un livello della chiesa arcipretale. La casa, più volte riadattata, si compone di un pianterreno con cortile interno, al quale si accede attraverso un bel portale in beola a tutto sesto, e di due piani superiori. La Casa Noghera (proprietà famiglia Bianchini), si affaccia a ovest su piazza Garibaldi e a nord su via Roma: risale con molta probabilità al 1700. Gli attuali proprietari hanno modificato la struttura della casa. L'ingresso principale, come pure l'ingresso all'antica cappella, dedicata a Maria Immacolata e ora chiusa, si aprono su via Roma. L'edificio si compone di due piani superiori, solaio e pianterreno, adibito in parte a stalla e fienile. Casa Moncecchi. Si trova in via Roma, in prossimità di piazza Garibaldi. Si accede all'atrio d'ingresso da un bel portale in pietra a tutto sesto sopra il quale attualmente si intravede un affresco molto sbiadito, per cui risulta difficile identificarne il motivo. Casa Carini. Situata in contrada Crotti, è caratterizzata da un piccolo cortile nel quale si notano due torri con piccionaia, di cui una recentemente restaurata. La dimora, molto ampia, è composta da due ali laterali e da un corpo centrale. L'incisione 1563, sulla porta d'ingresso dell'ala orientale, attesta che l'edificio risale al XVI-XVII secolo. All'interno vi erano delle vasche in pietra in cui la popolazione di Berbenno, nei secoli posteriori al 1500, follava la lana o i tessuti in lana nell'acqua che proveniva dai torrente Finale. In precedenza la follatura della lana avveniva nell'attuale località Füla, dove un tempo sorgeva la contrada di Sedurno, che andò poi scomparendo. Spicca al livello del piano nobile un grandioso stemma composito restaurato recentemente della famiglia Parravicini, riccamente decorato da fogliami, sopra il quale appare un busto di donna, con ai lati due eleganti cigni; ai lati appaiono altri stemmi, purtroppo ricoperti da uno strato di calce, forse delle famiglie Parravicini-Capelli, Castelli di Morbegno. Casa Piccioli (proprietà famiglia Bongiolatti). Risale al XV-XVI secolo ed in origine probabilmente appartenne a un notaio o fu adibita a cappella da una confraternita. Al pianterreno ci sono altre due finestre con davanzali lavorati. Anche queste sono incorniciate da decorazioni più accurate, sempre dipinte, bianche perché molto sbiadite. Parallela ai davanzali vi è una piccola striscia bianca che percorre tutta la facciata. Sempre sulla facciata vi è una porta d'ingresso a tutto sesto in pietra; la porta è in legno. Le altre facciate sono semplici e hanno delle finestre, tranne quella volta a sud, su cui si notano delle piccole aperture di tutte le forme, che probabilmente costituiscono la piccionaia. Casa Ponsinibio (proprietà Negri-Ponsinibio-Bianchi). La casa, adiacente alla torre dei Capitani, si trova lungo la strada che porta alla località Crotti. La casa, in stato di abbandono, si compone del pianterreno verso la facciata a sud-est, del pianterreno verso il cortile interno a ovest, del piano nobile, del secondo piano, ognuno dei quali presenta un piccolo loggiato coperto verso il cortile, e del solaio.

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